Dal prossimo ottobre non si nascerà più al S. Giacomo
Martedì 10 Gennaio 2012
Licata. Dal prossimo ottobre il punto nascite dell'Ospedale chiuderà i battenti. Venerdì scorso l'assessore alla sanità Massimo Russo ha firmato il decreto che taglia diciotto punti nascite in tutta l'isola.
Licata subirà la scure dei tagli, non raggiunge i cinquecento parti l'anno, le norme contenute nel nuovo decreto sono assolutamente stringenti. Rimarranno aperti ventisette reparti di primo livello, ( In provincia si tratta di Canicattì e Sciacca), avranno servizi ordinari e dovranno mantenere un numero di parti compreso tra cinquecento e mille l'anno, e quindici reparti di secondo livello, saranno dotati di servizi avanzati per l'assistenza ai nuovi nati e alle partorienti, il San Giovanni Di Dio rientra in questo secondo elenco.
Il San Giacomo D'Altopasso invece, è destinato a perdere il Punto nascite. I direttori generali delle Asp possono proporre, fino a giugno prossimo, delle richieste di deroga alle chiusure, ma varranno solo per quei punti nascita che si trovano in zone disagiate, perché difficilmente raggiungibili o isolate. I manager delle aziende hanno a disposizione sei mesi per presentare un piano di riconversione, monitorare l'attività dei reparti, proporre eventuali deroghe alla chiusura e potenziare i servizi per mamme e bambini. Difficilmente Licata rientrerà in questa categoria, vista la non eccessiva distanza da Gela, Agrigento o Canicattì.
Ad ogni modo, il vicesindaco Giuseppe Arnone annuncia battaglia e non perde l'occasione per bacchettare la Regione: «Si tratta - dice - della politica subdola del Governo Lombardo che, da una parte ci aveva concesso una proroga e dall'altra ci beffa con questo decreto che taglia le gambe ad ogni spiraglio».Nel mese di ottobre, quando per la prima volta si parlò della chiusura del punto nascite di Licata, furono organizzate diverse iniziative di protesta, i sindaci di Licata e palma di Montechiaro furono ricevuti dalla commissione alla sanità all'Ars. Poi arrivò la proroga al decreto e si alimentò la speranza che Licata potesse riuscire a passare indenne la scure dei tagli. Adesso la doccia fredda, con la pubblicazione del decreto. Per l'ex assessore al bilancio della giunta Graci, si tratta comunque di un fallimento dell'amministrazione attiva. «Il vicesindaco Arnone - scrive in una nota Furnò - era arrivato a minacciare che avrebbe fatto perfino lo sciopero della fame per scongiurare la chiusura del punto nascite, oltre a promettere la costituzione di un coordinamento di sindaci».
Giuseppe Patti
10/01/2012
Leggo con incredulità che è stata decisa la soppressione del punto nascite a Licata,una vera vergogna un'altra umiliazione........
spero tanto che almeno lei caro assessore può fare qualcosa per salvarlo visto che l'onorevole russo e del suo stesso movimento,
movimento che a LICATA a preso un sacco di voti (vedi dorsi e lombardo).............[Modificato da Licatese 264 a.C. 05/02/2012 20:07]